Sacra di San Michele



L'Irlanda, la Cornovaglia, la Normandia, il Piemonte, la Puglia, l'isola di Symi in Grecia e Israele sono unite da una leggenda: la conoscete?

La leggenda racconta che una linea sia stata tracciata dalla spada di San Michele arcangelo nella sua battaglia contro Satana, così in questi luoghi sono sorte delle abbazie tra cui St. Michel's Mount, Mont Saint Michel, la Sacra di San Michele, la basilica Santuario di San Michele di Monte Sant'Angelo e il monastero del Monte Carmelo.

Quella in val di Susa è raggiungibile da Milano in giornata.


Let's go

Consultando il navigatore ci vogliono circa due ore per arrivarci, per cui decidiamo di partire presto. È un sabato di ottobre, consulto il sito dell'abbazia per accertarmi degli orari di apertura per la visita ed eventuali visite guidate. Il primo sabato del mese ci sono delle sale in più aperte al pubblico, peccato non oggi.
Il tragitto sulla A4 è davvero noioso, per fortuna c'è il sole, ma non è una giornata limpida. Arrivati in val di Susa si intravedono monti ma la foschia ci impedisce di godere dell'imponenza delle montagne che ci accolgono.

Passiamo tra i due laghi di Avigliana e prendiamo la Sp188 che si inerpica con tornanti. In pochi km saliamo di quota tra un fitto castagneto, quando all'improvviso si palesa la Sacra come una bellissima sentinella sulla valle.

Ancora pochi minuti e raggiungiamo il parcheggio dove lasciare la macchina e intraprendere la salita all'abbazia.
Nella zona del parcheggio c'è un cartello dove sono segnalati i sentieri che dai paesi limitrofi ti portano alla Sacra; da tener presente nella bella stagione, ma anche in questo periodo con il foliage e le castagne il bosco ha il suo fascino.



Una strada lastricata ci conduce ai piedi dell'abbazia; c'è un percorso alternativo per i disabili, in quanto l'accesso normale è impraticabile in carrozzina, per cui anche eventuali passeggini è meglio lasciarli in macchina. Sono 10 minuti di cammino per giungere alla biglietteria, dove vi forniranno anche un foglio con una brevissima descrizione di quel che si vedrà all'interno; è una fotocopia che ahimè ti chiedono anche di restituire 😕. Siamo arrivati alle 11, speravo di beccare una visita guidata ma purtroppo non c'era. Abbiamo quindi utilizzato il foglio, ma poiché le informazioni sono veramente striminzite, abbiamo integrato con altre trovate sul web.



Siete pronti per la scarpinata??? La prima scalinata, che porta all'ingresso dell'abbazia, vi fa credere di essere l'unica da affrontare: invece appena entrati vi aspetta lo scalone dei morti!
Vista la ripidità degli scalini penserete che il nome sia dovuto al numero di vittime che nel tempo hanno percorso queste scale 😃, mentre in realtà è così chiamata perché tempo fa, sulla stessa scalinata, venivano custoditi scheletri di monaci.



Alla fine della scalinata c'è un bellissimo portale, detto dello zodiaco per la presenza di segni zodiacali in rilievo. Questo maestoso portone ci conduce in un portico dove finalmente c'è l'ingresso alla chiesa.



La chiesa non è molto grande: all'interno ci sono dei bei affreschi, tra cui uno che racconta la leggenda dell'origine della Sacra e la sua spiegazione.
La visita dell'abbazia ha un percorso ben preciso e circolare.


Si esce dalla chiesa da un'altra porta che conduce all'esterno per visitare le rovine della vecchia abbazia; dal terrazzo si intravede la vallata e le montagne, peccato per la foschia. I resti di una torre sovrastano un dirupo.
La torre è chiamata della Bell'Alda  per via di una leggenda che racconta di una fanciulla molto bella rifugiatasi nella Sacra per scampare alle razzie dei soldati. Questi giunsero però anche sulla Sacra, dove uccisero i monaci e  cercarono di oltraggiarla. Lei chiese soccorso alla Madonna e quando i soldati irromperono nella torre, la Bell'Alda si gettò giù nel precipizio per sfuggirli: la Madonna inviò due angeli che la presero per mano e l'adagiarono a terra.
Così la giovane donna fu salva; la Bell'Alda raccontò agli abitanti della valle quel che le era accaduto e poiché non le credettero, ripeté il gesto buttandosi dalla torre per dimostrare il miracolo. Ma ahimè questa volta nessun angelo accorse, così la bella fanciulla si sfracellò sulle rocce sottostanti.
Ora su queste rocce c'è una croce in memoria di quanto accaduto.





Scendiamo nella parte bassa dell'abbazia, ci affacciamo dalla torre. Continuiamo il giro, si vede una neviera e le cantine.


Per concludere c'è questa bellissima campana posta all'uscita del percorso, quasi a voler salutare chi ci viene in visita.


Per percorrere la Sacra occorre circa un'oretta; sinceramente credevo ci fosse di più da vedere e che le visite guidate fossero più frequenti. Tutto sommato però consiglio comunque la visita a questa abbazia poiché è molto bella e suggestiva. Inoltre credo valga la pena vederla più volte in stagioni diverse e momenti liturgici particolari, in modo da viverla anche spiritualmente.

Lungo il cammino, prima di arrivare alla biglietteria c'è un piccolo bar ristoro dove abbiamo mangiato il "Panino del Pellegrino"...stra-buono: una michetta con tomino piemontese spalmato, acciughe e salsa verde!! 


 “Il primo passo non ti porta dove vorresti, ma ti toglie da dove sei“  cit. Alejandro Jodorowsky

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