Passo del Tartano ( BG)






 Estate del 2020, tra pandemia e mancanza di ferie, mi ritrovo a trascorrere l'estate in Lombardia.

Credo che molti milanesi andrebbero in depressione e subito in analisi se saltassero le ferie programmate già da febbraio, ma io voglio venirvi in soccorso, raccontandovi il mio ferragosto in questa regione che ha tanto da offrire appena fuori dalle grandi città.

Voglio portavi a fare due passi in Val Brembana, precisamente a San Simone

Let's go 

E' stato un inverno e una primavera che ci ha messo a dura prova, la mia generazione non aveva mai vissuto una situazione del genere. Restrizioni, paura, impotenza di fronte ad un nemico invisibile ma presente e pericoloso, dal quale l'unica difesa è stata l'isolamento. 
La voglia di stare all'aria aperta è veramente molto forte, tanto da rinunciare al pranzo di ferragosto e sostituirlo con una bella passeggiata.
Valleve, Foppolo, Carona sono luoghi familiari per mio marito perchè ci ha trascorso le estati della sua infanzia. Tornarci è sempre piacevole e rilassante: incontriamo i suoi amici che ormai sono gestori di osterie e rifugi, guide, istruttori di sci e  che ci accolgono sempre calorosamente.


Ci andiamo per la prima volta in camper, c'è una bella area sosta a San Simone dove decidiamo di trascorrere la notte, perchè abbiamo pensato di fare il passo del Tartano.
Raggiungiamo la baita del Camoscio (1781 m) a piedi, appena dietro la baita inizia il sentiero (n. 101) che sale dolcemente portandoci a mezza costa, percorriamo a semicerchio il pendio sottostante la cima di Lemma. 
A pochi minuti dalla baita, passiamo davanti ad una casetta dove alcuni pastori stanno facendo il formaggio, fumo e vapore ci investono quando passiamo... 

 
Attraversiamo dei prati delimitati da muretti a secco, che servivano per recintare i pascoli, al nostro passaggio le marmotte si zittiscono. Il percorso è esposto al sole per gran parte del cammino, giriamo intorno alla montagna, con qualche sali scendi e attraversiamo per un tratto un po' di boscaglia.



 Diamo un'occhiata al nostro camper che si distingue nel parcheggio, prima di passare sull'altro versante, ancora pochi minuti di cammino e intravediamo la croce, la nostra meta. 




 
Incrociamo poche persone lungo il percorso. Io cammino davanti munita di bastoncini e colpisco con questi il terreno perchè non è insolito incontrare delle vipere. Ad un tratto Alessandro che è dietro di me, mi dice: "Attenzione!!". Abbasso lo sguardo alla ricerca della vipera di cui ho molta paura, invece a pochi metri da me un camoscio attraversa di corsa il sentiero!!! Non potete immaginare che emozione, ho sentito le vibrazioni sul terreno, è stato un fulmine, agilissimo nonostante la stazza. Purtroppo il tempo di prendere il telefonino per riprenderlo ed era già lontano.
Questo incontro mi ha emozionata e la fatica è sparita, facciamo l'ultimo tratto dove aumenta la pendenza, ma il sentiero sale con dei tornanti che aiutano, giungiamo alla Croce (2108 m)!



Sotto la croce c'è un altare in pietra, sul quale viene celebrata una messa il 16 agosto, quando gli abitanti di Valleve (BG) e dintorni salgono al passo con il parroco per incontrare la comunità della valle del Tartano (SO). Solitamente organizzano una grigliata sul posto ed è possibile acquistare da mangiare e bere. Ai piedi della croce una targa ricorda che questa celebrazione non si tenne nel 1987 a causa di un alluvione che colpì duramente Valleve (mio marito bambino lo ricorda).

Visitiamo i resti delle trincee  della linea Cadorna della prima guerra mondiale, trincee utilizzate solo per esercitazioni.

 

 







La vista qui volge sul versante della Valtellina e la valle Lunga.

La trincea

 
Vista dei laghi del Porcile


Proseguiamo sulla cresta lungo la trincea, da qui si vedono i laghi del Porcile. Abbiamo impiegato poco più di un'ora per salire al passo di Tartano, per cui decidiamo di raggiungere i laghi, così scendiamo e prendiamo il sentiero che si rivela un po' difficoltoso per via di una frana di pochi giorni prima. Con un po' di impegno scendiamo verso  il "lago di sopra" : il sentiero sul costone per raggiungerlo è su rocce frantumate frutto dello scioglimento dei ghiacciai. 



I tre laghetti alpini del Porcile (il lago di sopra, il lago grande e il lago piccolo) hanno dei colori stupendi. 


 Giungiamo al primo dove consumiamo il nostro pranzo al sacco, condividendo le briciole con i pesciolini presenti 


Poi scendiamo al lago grande, ma non ci fermiamo nemmeno per una foto, troppa gente. Continuiamo il nostro anello scendendo al lago piccolo, che risulta essere ricoperto in gran parte da vegetazione, passiamo vicino il Casera del Porcile.




Qui cerchiamo di mantenerci sul sentiero che dalla valle del Tartano porta su al passo, ma sinceramente ci perdiamo un po' in questa grande conca. Dopo poco, per fortuna, scorgiamo la croce, mantenendola come riferimento risaliamo fino al passo per poi far ritorno a San Simone. Qui giungiamo soddisfatti e un po' assetati (avevamo finito l'acqua) e ci uniamo ad amici che hanno pranzato alla baita dello Scoiattolo per una birra e un dolcetto.

Il pranzo di ferragosto è stato solo rimandato, facciamo una grigliata al tramonto di questo ferragosto lombardo!

 "Un luogo non è mai solo "quel" luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi.
In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati."
cit. Antonio Tabucchi          

Commenti

  1. Grazie ragazza di avermi fatto conoscere questo posto, io, bergamasca, spero di farci una passeggiata. Grazie.

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